Arte, cultura e tradizioni

Quartu Sant'Elena tra espansione e radici

Quartu Sant'Elena, una grande città, che è riuscita a mantenere un'identità forte e decisa nonostante la vicinanza di Cagliari, un'identità che, come tutti i nuclei abitati della Sardegna, arriva da lontanissimo, dalla preistoria, come testimoniano i reperti, alcuni davvero apprezzabili, conservati nei vari musei del territorio.
Caratterizzarsi quando la popolazione aumenta nel modo vertiginoso in cui è avvenuto negli ultimi anni, facendone di colpo, la terza città dell'Isola, non è mai facile ed è anche il frutto di una serie di situazioni, naturali, paesaggistiche, economiche per niente banali, che la fanno riconoscere ed apprezzare.

Intanto per le spiagge, che sono alla moda, (chi non conosce quella del Poetto?), perché bellissime, fatte di sabbia bianca e fine, che sfidano quelle tropicali, e poi raggiungibili addirittura con i mezzi pubblici. Ma anche per avere nel proprio territorio stagni, riserve naturali, un numero incredibile di esemplari di avifauna da palude, che allontanano dal vortice della città metropolitana cagliaritana. E poi chi se lo sarebbe aspettato: ad est, eccolo che svetta il complesso montuoso dei Sette Fratelli, ad oltre mille metri di altezza, pieno di boschi lussureggianti da dove si ricava il sughero, altro elemento tipico del Campidano e dove nidificano le aquile reali insieme ai cervi, ai cinghiali.

Perché, allora Quartu Sant'Elena, cresce in continuazione? Viene scelta dalla gente della grande città, per vivere una vita meno complicata, più naturale, più bella, pur mantenendo alto il livello dei confort e della socialità in quanto il sistema dei trasporti la integra, e sempre più lo farà, con i luoghi di svago, culturali ed altro del capoluogo. Insomma, chi vi abita può trovare una varietà di stili di vita per niente banali.
La tradizione era, e rimane, quella contadina, di quando Quartu Sant'Elena era il terminale meridionale del Campidano e di tutte le sue produzioni agricole, dei formaggi e della malvasia, un vino da dessert, che era ancor più apprezzato a fronte della varietà di dolci, una tradizione riconosciuta, che una volta erano sfornati dalle massaie di Quartu nelle proprie case, e che ora si trovano nelle pasticcerie: pirichittus de bentu, amarettus, gattò, candelaus e pabassinas, nomi che fanno gola solo a sentirli. Ma l'esempio dell'alternarsi di modernità affondata nel passato è dato anche dalla basilica di Sant'Elena Imperatrice, la patrona della città: la costruzione è dei primi anni del 1800, moderna, dunque, realizzata sopra un'altra, distrutta da un incendio. Ora è addirittura stata insignita dal titolo di Basilica pontificia minore, per la quanto di prezioso contiene e per la fede che le dimostrano gli abitanti

Un rimando continuo, in definitiva, dalla storia millenaria al tempo recente, per un centro abitato, che non ha ancora finito di dire la sua nell'integrazione della grande "Città Metropolitana" di Cagliari, dove insieme ad altre diciannove realtà, contribuirà, ognuna col proprio peso, le proprie culture e le proprie aspirazioni, a traghettare il nome e le tradizioni di Quartu Sant'Elena verso gli anni a venire.

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